L’artista francese Caroline Derveaux ha realizzato a Terni due murales: Naissance à Terni (in via Giotto) e Renaissance à Terni (in via dei Castelli, angolo Via del Tribunale), dando nuova vita a due muri imbrattati e dimenticati, situati rispettivamente in un quartiere le cui vie sono dedicate agli artisti di ogni tempo, da Masaccio a Michelangelo, e a poca distanza dal conservatorio musicale intitolato a Giulio Briccialdi, flautista e compositore italiano del’Ottocento.
A spiegarne il senso e “l’obiettivo” è lei stessa. “I tempi sono difficili, ma dobbiamo concentrarci e attingere al nostro ottimismo collettivo, ai valori culturali che ci permettono di resistere, di fuggire e di sognare. Quando sono arrivata a Terni, una decina di giorni fa, ho conosciuto una moltitudine di persone incredibili, che si battono per una città più interessante, colorata e stimolante. Ho deciso, con il prezioso aiuto e le interviste di alcuni di loro, di realizzare un affresco che trasmetta positività, conforto e amore, nel quale troviamo elementi carismatici di Terni: come la chiesa di San Francesco, le architetture circostanti e alcune caratteristiche del torchio metallico, che ho scoperto con meraviglia durante i miei primi passi nella città.
È stata una sorpresa molto piacevole sentire così tanta benevolenza intorno al progetto. Ogni persona si ferma, si complimenta con me, mi offre del cibo, creando uno scambio umano così vitale in questo mondo di oggi. Sono venuta a conoscenza della call e dello scambio offerto da Saint-Ouen con la città di Terni per caso, mentre camminavo, imboccando una strada che non avevo programmato di percorrere. Le cose belle accadono quando ti lasci sorprendere. Spero che anche lungo questa strada ci siano delle belle sorprese”.
Carlonie Derveaux infatti è stata ospite a Terni, dove si è appena conclusa la prima residenza artistica in programma per l’edizione 2020 del Festival internazionale di arte contemporanea, nato per rivitalizzare i gemellaggi fra le città di Paesi diversi e, in particolare, nel segno del gemellaggio esistente tra Italia e Francia, e del tema “Renaissance”, con il patrocinio dell’Ambasciata francese in Italia e dell’Institut Français Italia. Una doppia residenza fra Terni, città di elezione dei suoi organizzatori, in Umbria, e Saint-Ouen, a pochi chilometri da Parigi, gemellata dal 1962, i cui vincitori sono stati individuati attraverso una call internazionale il mese scorso.
Chiara Ronchini, direttore artistico del Festival, racconta così le Escape door ideate e realizzate da Caroline Derveaux, porte magiche da varcare per fuggire, ogni volta che vogliamo, dalla realtà di tutti i giorni.
“Caroline Derveaux ha scelto tonalità calde, non solo per una coerenza con la realtà urbana circostante, ma anche perché, come lei stessa ha ripetuto più volte, “questi colori li ho scelti per abbracciarvi, per darvi affetto. ‘Renaissance’ è il tema di quest’anno, e la nostra rinascita risiede – molto più che simbolicamente – nella nascita del muro di via Giotto, in un luogo che, finalmente dopo anni, torna oggi a vivere grazie all’arte, e a incontrare sguardi, accogliere pensieri e desideri. Con GemellArte volevamo donare alla città e ai suoi abitanti una rinascita dei luoghi, ma soprattutto degli animi: posso dire, con immenso orgoglio e soddisfazione, che ci siamo riusciti”.
La seconda residenza in programma a Saint-Ouen nei prossimi giorni avrà per protagonista Ozmo, uno degli ‘street artist’ italiani più noti, recentemente salito alla ribalta delle cronache per la realizzazione di un murale dedicato a Willy Monteiro Duarte, il ventunenne ucciso la notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro in provincia di Roma durante una rissa, grazie ad un progetto ideato da Vanity Fair in collaborazione con il sindaco di Paliano, città natale del giovane.
Nella città francese, l’artista italiano dipingerà un’opera ispirata a ‘Il cortegiano’, il ritratto che Raffaello Sanzio fece di Baldassare Castiglione, intellettuale di spicco del Rinascimento italiano, alla corte di Elisabetta Gonzaga a Urbino.